La Pagina Nera
Un'etichetta, un vanto nazionale, un alibi, uno strumento di marketing o che cosa?
Cresciuto nell'ultima parte del secolo scorso, superato allegramente il 2000, se ne discute, se ne scrive, appunto.
Per contraffazioni, per identità, per convenienza, per convegni o altro.
Ne dibattono giornalisti di costume e no, nomi delle istituzioni.
Ad ognuno la sua interpretazione, anche di parte.
Fuocherello!
E' successo recentemente ad un importante e prestigioso premio giornalistico: tema il "Made in Italy".
Made in Italy, come lo conosciamo: ovviamente Ferrari, ma anche Vespa, la moda tutta, il design, l'arredamento, la cucina, il caffè, vino e formaggio, ma attenti a non dimenticare scarpe e cravatta.
Tecnologia, elettronica, sistemi...assenti.
E allora?
Idea!
Mettiamoci anche lo stile di vita. Quale?
Quello di vip, calciatori, artisti, furbetti? Però...la moltitudine esiste eccome. Compra, spende, confronta. Italy o Taiwan può far lo stesso.
Aspirare all'originale costa .
Continueremo a difendere l'indifendibile. Fa tanto bilancia dei pagamenti.
Intanto, secondo Business Week nei primi 100 brand mondiali c'è al 46° posto Gucci, ex marchio italiano saldamente nelle mani di Pinault e solo al 98° posto, finalmente, l'italianissimo marchio Prada.
Oltre 100 non sappiamo contare.
Il made in Italy forse si.
www.nonsolomoda.mediaset.it/ar…Non Solo Moda, 30 Settembre 2007, MADE IN ITALY...